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Wannacry?

 Immaginate di essere nel 2017, state usando il vostro computer per una ricerca o per guardare il nuovo episodio della vostra serie preferita quando, senza nessun preavviso, il PC si blocca e viene mostrata a schermo una finestra con su scritto: “oops, i tuoi dati sono stati criptati!”

Complimenti siete stati vittima di uno dei ransomware più insidiosi della storia: Wannacry.

La traduzione del nome di questo famosissimo malware è letteralmente “Vuoi piangere?”, poiché liberarsi da questo attacco informatico, se ci si rifiuta di pagare il riscatto richiesto, è praticamente impossibile.

Anche conosciuto con il nome di WanaCrypt0r 2.0, Wannacry è un worm (ovvero un malware in grado di replicarsi) di tipo ransomware.

Una volta in esecuzione il malware comincia a criptare i file presenti all’interno del computer e chiede un riscatto di centinaia di dollari per criptarli.

L’attacco cominciò esattamente l’11 maggio del 2017; il giorno dopo le sue principali vittime furono aziende di grande spessore e ministeri di varie nazioni fra cui  Portugal Telecom, Deutsche Bahn, FedEx, Telefónica, Renault, il National Health Service, il Ministero dell'Interno russo e l'Università degli Studi di Milano-Bicocca fino ad arrivare al 28 maggio dove furono infettati in più di 150 paesi circa 230.000 computer.

Un ricercatore britannico di cybersicurezza di 22 anni, Marcus Hutchins (conosciuto nel web come MalwareTech), si occupò di rallentare l’avanzata di quello che oramai era diventato il contagio informatico più grande mai registrato.

Il nostro eroe, infatti, si era accorto che ogni qual volta Wannacry cercava di attaccare un computer, contattava un sito non presente in registro.

Ciò sembrava essere un metodo ideato dai programmatori del worm per bloccare l’attacco e non farsi rintracciare; l’infezione, infatti, iniziava solo nel caso in cui il sito web contattato non risultasse in registro, in più l’aggiunta di quella zona del codice serviva per far capire al virus autonomamente se si trovasse sotto analisi o meno, e quindi di disattivarsi.

Dopo aver registrato il dominio del sito non esistente, l’attacco cominciò a rallentare fino a scomparire del tutto; ciò però non vuol dire che il virus non esista più, dato che Wannacry è ancora vivo e vegeto e si teme che una versione, magari sprovvista di blocco, venga rilasciata per un secondo attacco.

Quindi, ragazzi appassionati di informatica e di cybersicurezza, le vostre competenze sono importanti e necessarie per difendere i dati sensibili di tutte le persone che sono, ahimè, sprovvedute di conoscenze riguardanti la sicurezza informatica. Abbiamo bisogno di voi soprattutto per sensibilizzare le vecchie generazioni a questo tema, in modo che si possano difendere (anche) da soli. Contiamo su di voi!


Edoardo Ippolito (1° Liceo)


FONTI:

  • https://it.wikipedia.org/wiki/WannaCry
  • https://www.fastweb.it/fastweb-plus/digital-magazine/che-cos-e-e-come-difendersi-da-wannacry/
  • https://www.securityopenlab.it/news/504/wannacry-e-ancora-una-minaccia-globale.html





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