Sabato
18 marzo, a Melegnano, gli alunni del Liceo hanno partecipato ad un
momento di confronto sulla “buona
scuola”, quella che dovrebbe
essere nei pensieri capaci di prendere forma nelle scelte di una
Repubblica che desidera avere un futuro. La riflessione è stata
aperta da Manco Vinicio Masoni,
psicologo e psicoterapeuta, con una sintetica e puntuale analisi del
contesto sociale, dalla quale è emersa la sottomissione di una
dimensione collettiva rispetto all'individualismo. La conseguenza,
applicata alla scuola, sono i ragazzi ormai incapaci di trovare
argomenti per sostenere i propri comportamenti o i propri pensieri, e
che utilizzano sempre i propri argomenti, per giustificare i
comportamenti, che però si rivelano inadeguati. Quando ciò emerge
nell'ambito scolastico, si parla di disturbi dell'apprendimento e si
consiglia allo studente un esame presso dei servizi specialistici.
L'insegnante preparato, in questo caso, è quello che sa avvicinarsi
allo studente, anche con quello che appare più individualista e che
è quindi è più indifeso, e cerca di capire il perché dei
comportamenti manifestati da quest'ultimo.
Il dibattito ha preso forma sotto la guida di Alex Corlazzoli, giornalista, maestro e scrittore. Diciassette anni fa è entrata in vigore la legge Berlinguer che riconosce il ruolo di servizio pubblico a scuole statali e paritarie. Nonostante ciò persistono i pregiudizi: continua il luogo comune secondo il quale le paritarie siano scuole per gente ricca e luoghi contrari al pluralismo educativo. A esse vengono attribuite definizioni come “diplomifici” o “private”, al fine di contrapporle a un “pubblico” che significa statale e che, ha evidenziato il dirigente scolastico Giancarlo Sala, vive la fatica di una quotidianità fatta di adempimenti burocratici e di conti che non tornano. La scuola è una questione di sguardo con gli studenti per cui scattano scintille di interesse. La scuola la fanno le persone, ha sottolineato anche il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Ambito Territoriale di Milano e Città Metropolitana, Marco Bussetti, che ha anche evidenziato l'importanza di muoversi all'interno delle regole.
In
Italia circa un milione di famiglie sceglie ogni anno di mandare i
propri figli in una scuola paritaria, dove lavorano quotidianamente
più di centomila persone. A queste scuole, lo Stato destina l'1,1%
delle risorse statali per l'istruzione. In sintesi, il costo della
scuola paritaria è quasi totalmente a carico delle famiglie che la
scelgono. È questo il lucido e ineccepibile argomento di Suor
Anna Monia Alfieri, laureata in
Giurisprudenza e in Economia, presidente Fidae Lombardia e coautrice
del saggio “Il Diritto di apprendere. Nuove linee di investimento”.
Il lavoro di Suor Anna dimostra che nella scuola paritaria il costo
effettivo dello studente è di circa il 40% inferiore al costo dello
studente nelle scuole gestite dallo stato.
È dunque urgente convincersi che la pluralità di scelta è una risorsa per lo Stato ed è indispensabile che la famiglia sia messa nelle condizioni di poterla esercitare: questa deve essere la battaglia dei cittadini italiani!
La
politica deve decidersi a lavorare per superare il problema del
conservatismo della scuola italiana e il problema dei soldi: questo è
stato l'appello condiviso con il vicesindaco del comune di Melegnano,
Raffaella Caputo,
il consigliere regionale, Fabio
Pizzul, e con l'assessore
all'Istruzione, Formazione e Cultura di Regione Lombardia, Valentina
Aprea. È ora di smetterla di
ragionare per contrapposizioni e convincersi del fatto che lo Stato è
uno dei soggetti della Repubblica. Pertanto un genitore deve poter
scegliere dove spendere i propri soldi anche per l'educazione dei
propri figli.
A coronare la mattinata, la canzone “Libera sia”, cantata dall'autore Vitale Elia con gli studenti del nostro Liceo. Il tema della canzone è quello della parità, e il messaggio che ne è derivato è quello di ragazzi che amano la scuola che frequentano perché, come ha sottolineato il pedagogista Paolo Colli, in essa incontrano dei docenti che insegnano a desiderare.
“Perché studiare non è vento, ma una forza che porti dentro. Costruisce il tuo futuro, mette un fiore in ogni muro. Perché studiare è un dolce dovere, ed è l'immenso poter sapere;dove nessuno potrà mai dire… dove nessuno metterà mai fine!”
Francesca Coli
(5°Liceo)
Mi piacerebbe fare questa scuola
RispondiEliminaAngelica
Molto importante, perché una scuola buona è quando la sceglie la persona che la deve frequentare
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