Quante volte ci siamo sentiti dire che ciò in cui crediamo è solo un’illusione o una perdita di tempo?
Alcuni simboli di diverse religioni nel mondo |
Spesso ci fa paura esprimere i nostri sentimenti e con quest’ultimi la nostra fede; certe persone per timore di essere giudicate, altre per paura di essere contraddette. Ma a cosa siamo davvero pronti a rinunciare pur di affermare ciò in cui crediamo? Bisogna mettersi in gioco per capire cosa siamo pronti a rischiare per predicare o affermare la nostra fede. Quante volte siamo stati forzati ad avere fede in cose in cui non crediamo? A partire dalla religione alle piccole cose. Molte persone, fin dalla tenera età, sono “obbligate”, da figure adulte, come i genitori, all'educazione della religione di quest’ultimi. Così vietando ai ragazzi in questione il diritto di scegliere da sole ciò in cui credere. Quindi iniziamo a domandarci: “se non mi avessero educato/a fin da piccolo/a ad avere fede in ciò in cui credo ora, in cosa avrei fede adesso? Per cosa starei rischiando in questo momento e per chi?”
Non è facile trovare il coraggio di rispondere a queste domande, anche per il rischio di mettere a repentaglio la propria tutela. Perché non sempre quando qualcuno esprime il proprio pensiero viene ascoltato e rispettato. Specialmente se ci guardiamo indietro, nel passato, ci furono molte guerre per religione e modi di pensare diversi, poiché inesistente la libertà di parola. Anche attualmente, purtroppo, accadono questi brutti avvenimenti a persone che volevano solo esprimere il proprio parere.
“Per me lui non è morto, è vivo. Non voglio che qualcuno sia discusso dal credergli solo perché un professore vuole così.” Dice Josh, protagonista del film “God’s not dead”. Bisogna opporsi quando qualcuno vuole convertire la nostra opinione con quella altrui. Josh ha avuto il coraggio di affermare la sua fede, rischiando. E voi quanto siete pronti a rischiare per difendere ciò in cui credete?
E anche se quello in cui crediamo fosse realmente un’illusione, se ci rende felici perché privarcene?
Alessia Generoso, I CFP
Grazie per questa riflessione!
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